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LA TEORIA DEL TUTTO

stephen hawking – la teoria del tutto – la teoria sessuale infantile – il bisogno di “unità”

Leggendo il libro di Stephen Hawking “Dal big bang ai buchi neri – Breve storia del tempo”, ma soprattutto dopo avere visto il film “La teoria del tutto”, di James Marsh (con il premio Oscar per la migliore recitazione di Eddie Redmayne), ho fatto questa riflessione.

Quanti di noi, bambini, ragazzini, hanno avuto almeno una volta il pensiero di potere spiegare tutto l’universo, tutte le cose, tutti i pensieri, tutti i problemi, tutto il dolore e tutta la gioia, attraverso un solo, illuminante, geniale pensiero?

Io l’ho avuta, e ricordo anche per tanto tempo. L’idea che tutto potesse essere spiegato in una formula, in un libro, in una frase. Che magari quel libro lo avrei potuto scrivere io. Che la infinità del mondo potesse stare racchiusa nella piccolezza di poche parole.

Bene. Ascoltando in analisi una persona che mi parlava di una “certa sua teoria sessuale infantile” mi è venuto da fare uno più uno.

Il bambino, per rispondere alle sue domande, ha bisogno di un punto, il più riassuntivo e nello stesso tempo il più esaustivo possibile.

Il bambino ha bisogno di una “formula” per spiegarsi le cose, a partire dalla questione sessuale, che per il bambino è, per l’appunto, “da dove vengono i bambini?”.

Che apparentemente è una questione di sesso, mentre in realtà è una questione del suo intero essere, è una questione ontologica.

Il bambino cerca un “contenitore” dentro a cui mettere tutte le proprie domande. E che questo contenitore sia preso in carico da una risposta chiara e il più possibile secca. Ovvero “La teoria del tutto”. La teoria che gli spiega da dove viene e dove va. Da dove vengono i bambini e dove vanno (a finire).

Il bambino ha bisogno della teoria del tutto per mettere freno alla sua angoscia di non conoscenza. Ma soprattutto alla angoscia di “non esistenza”. Il bambino che non trova un posto sufficientamente sicuro per le risposte alle sue domande, va incontro alla malinconia. Per questo vuole una risposta “grande”, “onniconprensiva”: una domanda che lo leva dall’angoscia nel più breve tempo possibile (e facendolo pensare il meno possibile).

Le teorie sessuali infantili sono il primo pensiero di sintesi che noi facciamo nella nostra vita. Sono il primo balbettante esperimento sulla “teoria del tutto”.

Io sono convinto che la sintesi, ogni processo di sintesi sia il pertugio attraverso il quale si arriva alla risposta. Si arriva al pensiero di se stessi. Si arriva a pesare e anche a fare fruttare i propri talenti.

Guido Savio