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GLI UNTORI DEI POTENTI

Sui potenti si possono dire molte cose, forse tutte le cose.

Ma chi parla dei potenti?

Le invettive, le critiche “costruttive”, i lazzi, la distruzione mediatica, ,’ l”hosanna” cristiano che li vorrebbe divorati dalle fiamme, la rivalsa del povero che i potenti li mangerebbe, l’elzeviro del buon giornalista, la nullità carnascialesca di chi li crocefiggerebbe (ma lo può fare solo tre giorni all’anno), la cronaca del corrispondente precario della rai, il disperato che telefona alla mattina presto al conduttore rai e gli chiede domande irrispondibili, la disperazione di chi chiede canzoni della sua vecchia “morosa” (che ancora non l’ha digerita), il potere del “povero” che tutto può perché tutto ha già perso, e avanti di questo passo.

l potente è “quello” che non conosciamo, ma a volte è il nostro compagno di banco del liceo. C’è posto per tutti: per i potenti e per i feriti dai potenti.

E allora noi siamo destinati a restare poveri vita natural durante?

Ho detto di queste cose, degli “untori” dei potenti, non perché essi si emancipino dalla peste, ma perché ci sia un giudizio civico, laico, personale sia sul potente ma anche su chi del potente vorrebbe la pelle.

Allora, chi siamo tutti noi che ci rivolgiamo alle radio, al face book, a twitter, alla buon anima di steve jobs, per avere un minimo ascolto della nostra disperazione?

Perché il potente è il nostro fare che non ha avuto soddisfazione. Il potente è chi ha potuto (male) dove noi siamo stati incapaci.

Allora parlare troppo dei potenti fa sempre bene ai potenti.

Chi parla dei potenti?

Certo chi non ha sufficiente carne nella propria dispensa.

Guido Savio

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