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I FONDAMENTALI (NON SOLO DEL CALCIO)

Quando si giocava al calcio, o i più fortunati cominciavano a giocare a tennis, sentivo sempre profferire (specie da parte dei grandi) una espressione: avere o non avere i “fondamentali”.

Avere i fondamentali nel calcio significava avere ciò di cui mamma natura ti aveva dotato: destro, sinistro, magari un buon colpo di testa. Averli nel tennis era una questione leggermente diversa, forse più legata al portafoglio di mamma e papà. il diritto e il rovescio erano questioni più “subdole”. E che più di tanto non mi interessavano.

Oggi è venuta in studio una signora che mi ha parlato di come sia stata sempre attenta a mettere “la fan
eleta” alle sue figlie. Ne ha tre di diversa età. La “faneleta” poi altro non è che la flanella di lana che si mette ai bambini (e non solo) che pizzica sulla pelle, ma che è una garanzia assoluta per gli attacchi delle intemperie. Ovviamente la “faneleta” è i fondamentali. Ogni genitore è chiamato al suo uso.
La “faneleta” non si mette ovviamente d’estate. Si mette nel tempo dovuto (cura del genitore).

Un mio vecchio “magazziniere” della società sportiva di appartenenza, diceva sempre ad un mio amico, portiere di riserva che si presentava agli allenamenti, e anche alle partite, “sbuelà”(che voleva dire senza la faneleta, senza la maglia della salute e con i pantaloni bassi fino a lasciare vedere il didietro) :”Varda che prima o dopo te le paghi”.
Il mio amico fortunatamente non l’ha pagata, il suo non mettersi mai la “faneleta” non l’ha postato alla spondilosi o alla artrite.
E dunque  ci può essere una morale in questa storia ?: “Faneleta ad alcuni fa bene, ad altri è indifferente”. I fondamentali ad alcuni servono, altri ne fanno carta straccia.
Come d’altra parte i segnali della vita. Ad alcuni servono. Ad altri è meglio se non li avessero mai sentiti.
C’è un ordine che deve essere rispettato: è quello del pagare meno possibile. Di presente e di futuro.

GUIDO SAVIO

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